ARTICOLO
Elena Felicani

La grammatica in nota: norma e varietà dell'uso fiorentino nel commento di Policarpo Petrocchi ai Promessi sposi (1893-1902)

Alla proposta manzoniana che invita a un’indagine rigorosa sulla lingua (“mezzo” di comunicazione di un’intera società) e, implicitamente, a un’espressione caratterizzata dall’«esattezza dell’elocuzione calzante all’idea», a cavallo tra Ottocento e Novecento Policarpo Petrocchi, pistoiese di nascita e milanese di adozione, risponde a viva voce con il suo «commento storico, estetico e filologico» ai Promessi sposi (1893-1902): il lavoro di annotazione, basato sulla discussione delle varianti intercorse tra Ventisettana e Quarantana e fondato sull’edizione sinottica di Riccardo Folli (1877), si offre come strumento di analisi e di studio in una prospettiva eminentemente didattica. Il saggio si propone di considerare il commento del Petrocchi, oltre che come una storicamente significativa operazione filologica e linguistica, nel suo essere osservatorio e laboratorio di lingua, in particolare di grammatica, sintonizzato con la riflessione grammaticografica che lo studioso ha elaborato e proposto nei suoi ben noti repertori scolastici.

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SGI - XLIV (2025)