I segnali discorsivi (SD) sono stati studiati finora in prevalenza con riferimento alla lingua contemporanea. La presente indagine riguarda invece lo scritto e in particolare considera la presenza dei SD nella nostra poesia antica, a partire dai Siciliani, e ne segue le tracce nella produzione poetica successiva del secondo Duecento e dei primi del Trecento, fino a Dante. In tali ambiti i SD, strutturalmente collegati alla costruzione del verso e alla sostanza del contenuto, favoriscono il rimatore nello sviluppo dell’argomentazione e nell’elaborazione del testo, collocandosi a pieno diritto all’interno dell’armamentario retorico costitutivo della nostra lingua poetica e, in generale, della lingua letteraria. In questa prospettiva essi assumono i connotati di una risorsa sperimentata e affidabile e si proiettano verso la forma dei secoli successivi.